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Il settore immobiliare, appena uscito dalla pandemia, ha dovuto tenere duro ai venti di guerra, all’impennata dell’inflazione ed anche alla scarsa fiducia nell’economia che ne è conseguita. In ultimis, sebbene con qualche scricchiolio, sta resistendo anche all’ondata di crisi che ha travolto alcune banche mondiali.
In questo contesto il Parlamento Europeo ha dato il via libera alla cosiddetta direttiva sulle case green per l’efficienza energetica degli edifici in tutta Europa. L’attenzione all’ambiente e all’efficientamento energetico sono diventati elementi cruciali anche nel settore immobiliare, non solo per chi acquista, ma anche per coloro che vogliono investire in questo campo che si mostra sempre più attento alla qualità degli immobili e al loro potenziale impatto sulla salute del Pianeta.
Secondo recenti analisi di dati raccolti da fonti autorevoli, ad attrarre gli investitori saranno soprattutto le operazioni di riqualificazione in ottica green di immobili esistenti, in un trend trasversale a tutti i comparti: dalla logistica al residenziale, passando per gli uffici, che di conseguenza una volta riqualificati, saranno più facilmente affittabili.
Se pensiamo che la nostra penisola conta un parco immobiliare tra i più obsoleti d’Europa, con circa il 65% degli edifici in classe F o G, questo impone un grosso cambio di passo se si vorranno raggiungere gli obiettivi posti dall’Unione Europea nei prossimi anni, offrendosi come una grande opportunità per rinnovare il patrimonio immobiliare italiano e per rispondere alle necessità di rigenerazione urbana delle città.
Le scadenze poste dalla nuova direttiva europea “Energy Performance Building” (EPB), il cui iter di approvazione è iniziato a marzo, puntano a ridurre in modo rilevante le emissioni inquinanti degli edifici nel giro di una ventina d’anni attraverso una serie di novità e scadenze (entro il 2030 gli edifici residenziali in Europa dovranno raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E, per poi arrivare alla D entro il 2033).
In tale contesto lo scenario che si prospetterà, secondo gli analisti del settore, già a partire dalla seconda metà del 2023 per poi rafforzarsi nel 2024, vedrà un’accelerazione degli investimenti mirati da una parte alla riqualificazione delle strutture esistenti anche potendo convertire edifici con diversa destinazione d’uso -soprattutto degli affitti, sia in ambito turistico ricettivo sia nell’ambito legato agli affitti studenteschi – dall’altra parte per le nuove costruzione si dovrà raggiungere l’obbiettivo delle Emissioni Zero a partire dal 2028, quindi sarà di fondamentale importanza la scelta del metodo costruttivo, ricorrendo ad esempio a soluzioni come il raffrescamento passivo, l’isolamento dell’involucro, la riduzione degli sprechi, lo sfruttamento di risorse locali e a soluzioni impiantistiche efficienti.
In una fase in cui il mercato risulta più rarefatto e polarizzato sulla qualità, se la contrazione del credito non frena la ripresa, ci auspichiamo che gli investimenti in programma centrino in pieno l’obbiettivo del raggiungimento degli standard europei, con le emissioni ZERO al 2050!!
Cerchiamo tutti di fare la nostra parte, con scelte consapevoli e ponderate, affidandosi sempre ad esperti del settore che sapranno guidarti e consigliati nelle varie fasi di valutazione di un investimento immobiliare.
(12 Aprile 2023)